martedì 23 novembre 2010

ARCHIVIO 28 - AGORDO, DAL 1867: ISTITUTO MINERARIO "UMBERTO FOLLADOR"

2004
L’ISTITUTO MINERARIO “UMBERTO FOLLADOR”
Ad Agordo, con la presenza delle miniere, dal 1867 una scuola unica prepara tecnici per il mondo.
Sono passati tanti anni ma l’Istituto Minerario di Agordo insiste e si rinnova. Attualmente gli iscritti sono 347, ripartiti tra i corsi di diploma in Perito Geotecnico Minerario e Perito Chimico. Nella nostra visita, impegnato fuori sede il preside Prof. Bruno Bulf, abbiamo incontrato la docente Manola Gnech e l’insegnante tecnico-pratico Dino Preloran. Memori di un prezioso volume edito per il centenario, nel 1967, con copertina di Augusto Murer (Minatori dell’Agordino), riceviamo un’ulteriore pubblicazione del 2002, cinquantenario dell’inaugurazione del Monumento al Minatore posto nel cortile della scuola il 4 dicembre 1952, nel giorno di Santa Barbara.
 In Dino Preloran scopriamo, nella sua veste di curatore e responsabile del Museo dell’Istituto, una passione che va oltre la figura di insegnante. Mentre visitiamo esposizioni e vetrine informa che una parte dei 3.000 reperti, frutto di donazioni dei diplomati che li hanno raccolti in ottanta paesi del mondo dov’erano impegnati per lavoro, sarà allestita nella nuova sede del Museo Mineralogico Paleontologico Comune di Agordo, nelle immediate vicinanze della scuola.
Nella sede dell’Istituto Minerario c’è anche l’Archivio Biblioteca Storica con migliaia di testi a partire del ‘700. Visite guidate alle Miniere della Val Imperina sono richieste da vari istituti nel corso dell’anno scolastico. Conferenze si svolgono a cura dello stesso Preloran per la parte mineraria storica, di Danilo Giordano per la parte geologica e di Tomaso Avoscan per la parte tecnica mineraria.
È in stampa il volume dedicato alla vita e all’opera di Friedrich Mohs, ideatore della scala delle durezze nato nel 1773 in Germania, a Gernrode, morto ad Agordo nel 1839.
 Per visite e informazioni: 0437.62015 – fax 0437.63360 

mercoledì 17 novembre 2010

ARCHIVIO 27 - GLI UCCELLI - Associazione Ornitologica Feltrina


2004 - Incontro con l’Associazione Ornitologica Feltrina

GLI UCCELLI
Marco Garbin, 38 anni, di Pedavena, gira per casa con Gigio, un pappagallino di sei mesi il cui nome scientifico è Agapornis Roseicollis. Gigio si arrampica sulla testa, mordicchia – come parlasse - l’orecchio, si nasconde nella mano di Marco. La moglie, Anna, guarda divertita; il piccolo Michele, di 8 anni, è via. Gigio è la passione della famiglia, e sta con tutti e tre, Marco, Anna, Michele.
Ci troviamo sulla strada del Canalet, in comune di Pedavena, quella che porta ad Arten e Fonzaso. Marco Garbin fa parte dell’Associazione Ornitologica Feltrina e il presidente, Renzo De Bastiani che abita a Menin di Cesiomaggiore, ci raggiunge di lì a poco. “In provincia”, comincia a raccontare Renzo, “ci sono 200 soci divisi su tre associazioni, la bellunese, la feltrina, la zoldo-longaronese. La feltrina conta da sola 94 soci. Sarebbe meglio avere un’unica associazione provinciale, per una collaborazione più grande e per maggiori possibilità”.
Ma cosa fanno quelli dell’Associazione Ornitologica? Allevano uccelli, li scambiano tra loro, li comprano, li vendono. Marco, come Renzo, ha diverse voliere dove ha creato ambienti per un habitat confortevole. Circa 120 uccelli vivono e si riproducono. “In queste condizioni e con il cibo assicurato”, è Marco che parla, “gli uccelli vivono il triplo di quelli in libertà”. Entra in una voliera e mostra un piccolo, appena nato, ancora senza piume. Brillano gli occhi ai due appassionati. Citano i nomi dei diversi soggetti; per gli esotici il Gola Tagliata, il Diamante Mandarino, Aurora e di Gould; per i nostrani il Verdone e i Fringilidi, Fringuello e Peppola; il Lucherino, l’Organetto, il Ciuffolotto, il Becco Frosone, il Cardinale. Poi altri pappagalli: il Parrocchetto dal Collare originario dell’Africa; e dall’Australia il Neophema Pulchella, la Rossella Comune, Pennat e Rossa; il Calopsite.
È la passione, da sempre dicono, che li spinge ad un impegno minimo di due ore al giorno; a costi annuali tra i 2.000 e 3.000 euro.
Questa passione, ed il tono è di rammarico, è ricambiata con grane. Marco e Renzo mostrano delle carte dalle quali risulta una denuncia per “incauto acquisto”. “Siamo andati a Vicenza ad acquistare dei soggetti…” raccontano, “L’acquisto avviene per legge con documentazione e attestazione di legittima provenienza. Tutto a posto dunque. E invece, il 31 marzo 2004 il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Provinciale hanno visitato una decina dei nostri allevamenti. Nel nostro caso, con il socio Dario Cadò, siamo stati denunciati in quanto alcuni esemplari provenienti da Vicenza, ancora in vita, erano ritenuti non regolari. La causa è in corso. Il commerciante di Vicenza, nel frattempo, è stato assolto perché il fatto non sussiste. Invece in provincia di Belluno siamo ancora indagati. Tra l’altro i Ciuffolotti acquistati sono delicati e difficilmente sopravvivono”.

venerdì 12 novembre 2010

ARCHIVIO 26 - NEL CUORE DELLE DOLOMITI, AGORDO.

2004 - Agordo

NEL CUORE DELLE DOLOMITI 
È l’alba. In giorni con temperature estive, parentesi tra una nevicata e l’altra, Agordo si sveglia. Non sono ancora le sette che in auto, in pullman, a piedi si scorre attraverso il centro. Centinaia di giovani riempiono i Dolomitibus verso gli istituti superiori di Belluno. Migliaia di lavoratori si dirigono a Valcozzena, sede di Luxottica regina internazionale dell’occhiale. Alle sette e un quarto, per chi ancora dorme, suonano le campane della chiesa del Segusini. Alle sette e trenta arriva la vigilessa, in piazza, e il vigile all’incrocio per la grande fabbrica e Frassenè. Code di auto sono sul ponte del Cordevole, per entrare in Luxottica, poco prima delle otto. Alle otto torna la calma, contemplata, sulla distesa del Broi, dalle statue di villa Crotta-de Manzoni.

Foto: centro di Agordo; sopra, il Broi.

GENTE IN ATTIVITÀ
Al banco del Bar Schenot, alle porte di Agordo, dalle 5.30 c’è Roberto Schena. Il suo locale è aperto dal 20 luglio ’69 e ci lavora con la moglie, Rosangela; il figlio, di 28 anni con laurea in Economia del turismo, l’ha chiamato Enos, “…che sarebbe vino…” aggiunge tranquillo mentre, alle 6.55, vediamo transitare uno dopo l’altro quattro pullman di studenti diretti a Belluno. Continua, Roberto Schena: “Fin che c’è Luxottica problemi non ce ne sono, se non per noi operatori nella ricerca di personale. Stiamo già dando degli input per trovare alternative sul turismo. Una volta si prendeva la valigia e si andava all’estero, ma oggi…; per quel che riguarda i giovani, sono pochi quelli che proseguono gli studi perché inseriti in fabbrica. Abbiamo costituito l’associazione Intorno al Parco per lavorare soprattutto sul turismo estivo; quello invernale è coperto da Alleghe con il comprensorio del Civetta, Falcade, Arabba e Marmolada. Sulla viabilità, sono previsti tre stralci per la circumvallazione di Agordo. Il primo stralcio sarà creato fino al Ponte della Rova. Sulla vitalità commerciale, torna utile il Centro in costruzione vicino alla stazione delle corriere, che abbiamo ridefinito, comprendente un alimentari da 1500 metri quadri, la farmacia comunale, piccoli negozi e forse un istituto bancario”.
Agordo, nel cuore delle Dolomiti, è un grande centro di passaggio. Sulla piazza principale si contano otto bar che vogliamo elencare: Centrale, Centralino, Il Portico, Alle Miniere, Garibaldi, Osteria alla Sirena, Commercio e pasticceria Saint Honorè. Qui, intento alla lavorazione dei dolci prodotti, troviamo Franco Rosso: “Agordo è una città che ha bisogno di un certo rinnovamento generale e commerciale” sottolinea, “per il momento non sentiamo più di tanto situazioni di crisi, grazie alla gente locale impiegata in Luxottica e per il transito di turisti che sono essenzialmente ad Alleghe e Falcade. Con le elezioni di giugno si rinnovano sindaco e consiglio comunale… Si spera sempre che si migliori, che si migliorino, di molto, anche le strutture sportive; e sono necessari spazi per i giovani”.

 Villa Crotta-de Manzoni

C’È ANCHE L’ANIMA
Siamo stati favorevolmente impressionati dalle nostre visite ad Agordo che si sono svolte, tra neve e sole, venerdì 12, mercoledì 17 e venerdì 19 marzo 2003. Nel senso che eravamo partiti con una forte preoccupazione sui destini industriali e sulle alternative all’occhiale. La preoccupazione resta ma è lenita dalla coscienza, riscontrata in molti operatori e cittadini, che la diversificazione turistica è possibile e, su questo, si sta riflettendo e lavorando. Nei nostri itinerari, lo scorso anno, abbiamo parlato della parte alta del Cordevole, quella del turismo invernale e delle escursioni estive, tra Marmolada e Civetta. Avevamo anche toccato i luoghi del turismo lungo, da primavera all’autunno, che sono sul versante nord del Parco Nazionale con Gosaldo, Rivamonte, La Valle. Ora, con Agordo e dintorni, il panorama sul cuore delle Dolomiti si completa. Possiamo così affermare che Agordo potrebbe essere l’anima, oltre che il cuore, di queste Dolomiti, al centro di un asse viario importante, come collegamento, quasi quanto la SR Alemagna; e di un itinerario montano che dal Trentino, con Passo Cereda, porta a Passo Duran per Zoldo e poi, con Forcella Cibiana, su Ampezzo e Cadore.

Agordo in quanto anima, è intesa come centro propulsore, promotore, informatore, di prima accoglienza e passaggio. Ne ha tutte le caratteristiche, aperta com'è, con il grande piazzale del Broi, un centro commerciale con centinaia di esercizi, possibilità di isole pedonali e parcheggi.

lunedì 1 novembre 2010

ARCHIVIO 25 - IL TURISMO VISTO DA SAPPADA PLODN

2003
IL TURISMO VISTO DA SAPPADA
A Tai di Cadore o si va da una parte, verso Cortina, o si va dall’altra, verso Calalzo, Auronzo e il Comelico. Un piccolo test, di sabato tra le 8,15 e le 8,30, conta 225 veicoli in transito. 140 vanno verso Cortina, 85 verso Calalzo. Quasi tutte le auto con sci puntano su Cortina e non dall’altra parte. Per andare in Comelico, prima di Auronzo c’è la galleria. Quattro chilometri tra le viscere della montagna, qualcun altro lungo il Piave e ti saluta Santo Stefano di Cadore. L’Ufficio Turistico, dov’è il municipio, dà informazioni, carte, programmi e dice che, a Santo Stefano, la stagione giusta è quella estiva. Siamo nella prima decade di marzo, ultimi giorni buoni per vacanze di qualche sapore invernale. Lo spettacolo è piacevole e stupendo, ovunque. Il centro di comuni e frazioni è posto spesso su alti pendii e cucuzzoli, sopra i 1.200 e i 1.300 metri. Come Danta di Cadore, S. Nicolò Comelico, S.Pietro di Cadore, Casamazzagno di Comelico Superiore.
Sappada è il principale centro alberghiero, dove nasce il Piave (Monte Peralba) e al confine con il Friuli. In un normale giovedì la pista di Monte Siera è affollata, nel parcheggio le provenienze turistiche e sportive indicano Trieste, Roma e, soprattutto, l’Ungheria. Dolomitibus, versione skibus, fa la spola tra il centro abitato e le piste, portando avanti e indietro sciatori. Anche di sabato, siamo all’8 marzo, i turisti affollano le piste aperte: Monte Siera, Pista Nera, Campo scuola.
A Monte Siera un pullman polacco scarica i suoi passeggeri che si dirigono all’impianto di risalita. Nella postazione skipass tra Campo scuola e Pista Nera la signorina in servizio dice che va bene; altrettanto fa l'indaffarato assistente della sciovia Campo scuola. Un buon quadro, insomma, nonostante la stagione sia al termine. Nell’Ufficio Skipass, al centro di Sappada, non forniscono dati complessivi sulla fruizione degli impianti. Alberto Graz, amministratore delegato di New Program, società che gestisce i tre impianti di risalita di Sappada, si limita a dire che stanno lavorando e, in futuro, si vedranno i risultati. 
Salutando Graz incrociamo, in completa tenuta da sci, l’ex assessore provinciale alla cultura Nicoletta Comar con la figlia, soldi in mano per l’acquisto skipass; la sua origine triestina ricorda il bacino storico di Sappada, consistente nel Friuli-Venezia Giulia. Lo ribadisce anche Manfredi Kratter. dell’Agenzia Immobiliare, poco più in là dell’Ufficio Skipass. E aggiunge che “c’è un trend negativo, in generale, nel settore ricettività”. Ad esempio, le vendite reggono, ma gli affitti di appartamenti vanno giù. “C’è meno gente, e quella che c’è spende meno”. Chi va bene, e fila via liscio, è il figlio, Giacomo Kratter, che a Salt Lake è arrivato 4° nello snow board. Per il resto, Manfredi dice qualcosa che qua tutti sanno: “non è possibile la concorrenza con la Regione Autonoma del Friuli e la Val Pusteria di Bolzano; se ci si dovesse mettere insieme, in Comelico o da altre parti, sarebbe un’alleanza tra poveri”.
A qualche metro di distanza, dove parte l’impianto per il Monte Ferro, c’è Danilo Quinz, responsabile della Scuola Sci Sappada. Come maestro di sci, sono 35 quelli della Scuola, dichiara di essere poco contento; probabilmente, a suo parere, c’è stato un calo di presenze del 20%.
I maestri sono stati impegnati meno dell’anno scorso.