domenica 31 ottobre 2010

ARCHIVIO 24 - UNA MONTAGNA DI NEVE, NEVEGAL E MONTE AVENA.


2004 - Nevegal e Monte Avena/Passo Coce d'Aune
UNA MONTAGNA DI NEVE
Eccezionali. Eccezionali le nevicate di febbraio. Eccezionali i panorami che, finalmente dopo anni e in questa misura, offrono le stazioni sopra Belluno, il Nevegal, e sopra Feltre con il comprensorio del Monte Avena.
La neve, che può creare problemi a traffico e viabilità, è benvenuta e attesa nel suo luogo naturale, la montagna. (Foto d'apertura: Nevegal e, sotto il titolo, Monte Avena/Passo Croce d'Aune).
Le immagini che vediamo si riferiscono a giorni normali e feriali, martedì 2 per il Nevegal e mercoledì 3 marzo per Le Buse del Monte Avena e Passo Croce d’Aune.
Salendo da Ponte nelle Alpi, per Quantin, abbiamo visto un Nevegal ampio, variegato, quasi a portata di mano di Venezia e Treviso. La presenza immobiliare, unica, dimostra purtroppo di non essere utilizzata.
 Foto: Nevegal (Belluno)
La piccola stazione sciistica di Pedavena, in località Le Buse sopra Croce d’Aune, funziona a meraviglia. Stefania, dal banco dello Chalet da dove parte la pista, ribadisce un “eccezionale” per quel che riguarda neve e andamento della stagione. 
Meravigliato, da quantità e candore troviamo il delegato ONU per i diritti umani Amporn Wathanavongs. Da Bangkok, in Tailandia, dirige FORDEC, associazione internazionale per la riabilitazione e lo sviluppo dei bambini. Per lui la neve è una novità: “sembra zucchero…”, ripete incredulo davanti allo Chalet. 
Amporn ha appena incontrato, a Trento, l’Arcivescovo Bressan e si trova in provincia di Belluno perché ci sono un centinaio di bambini seguiti dalla sua associazione.
 Foto: Croce d'Aune e impianti a Le Buse.

giovedì 28 ottobre 2010

ARCHIVIO 23 - DI BIANCO E D'AZZURRO - CORTINA D'AMPEZZO

2003/2004 - CORTINA D’AMPEZZO
DI BIANCO E D’AZZURRO
Cortina d’inverno, alla luce del sole, è una poesia creata da due colori. Sono Il bianco e l’azzurro a definirla come in un quadro, abbozzata, perché coperta dalla neve, ma intuibile e abbagliante. Potrebbe risultare un miraggio montano, quella che è chiamata perla e regina delle Dolomiti. Un cielo così, ampio tra i magnifici limiti delle Tofane, del Pomagagnon e del Cristallo, così azzurro non lo si vede da altre parti, anche in provincia di Belluno. E prima dell’alba, quando ancora è il buio ad esserci, ecco un preannuncio rosa, da sud-est; un rosa dall’effetto aurora boreale, che punta come un faro sulle cime delle Tofane. Strane atmosfere, davvero. La luce, nelle prime ore del mattino, comincia a diffondersi. Tra le sette e le otto Cortina ricomincia la giornata, chi va al lavoro, chi a scuola, chi parte con gli sci verso le piste. Aprono i bar, poi i negozi ed è il passeggio, il giro per gli acquisti, l’incontro in Corso Italia dove sventolano, nelle più importanti e ufficiali occasioni, i gonfaloni con i colori di Cortina: il bianco e l’azzurro.
CORTINA DA VIVERE
A giornate di sovraffollamento, con traffico impossibile fino ai primi giorni di gennaio, seguono ritmi più tranquilli, silenzi più vicini allo spirito della montagna, più consoni alla località di villeggiatura per eccellenza delle Dolomiti. Il flusso turistico non si ferma, a Cortina, nemmeno quando si supera la prima metà del mese. Eventi come la Coppa del Mondo di Sci Femminile occupano non solo i luoghi delle gare, la Pista Olimpia e il Centro Stampa nella palestra delle scuole. Riempiono gli alberghi, con atleti, tecnici e trecento giornalisti. Attirano spettatori e curiosità che portano alla passeggiata in centro tra gli esercizi commerciali.
Chi scia, tra gli ospiti di Cortina, è uno su cinque. Quindi, la gratificazione, per un turista, è il soggiorno a Cortina. Essere a Cortina, villeggiante in una delle località più famose del mondo, è dunque la molla che porta al tutto esaurito. Ed ecco allora, con i tanti negozi e luoghi di ritrovo, i numerosi appuntamenti culturali, le mostre, le esposizioni sia in gallerie specializzate che negli alberghi. Il piacere di soggiornare è quello di ritrovare, dato l’ambiente, calma e benessere in qualsiasi momento dell’anno.
La Cortina “super”, tra Natale e la Befana, nominata quotidianamente da qualsiasi telegiornale, sempre citata sulla stampa, chiama a gran voce il pendolarismo che si muove con l’automobile; sorgono conseguenze negative con traffico insostenibile e inquinamenti inaccettabili. Ferruccio Tormen, commerciante, indica effetti indesiderati anche sugli acquisti: “C’è un grande afflusso di gente, sembra un girone infernale, dantesco, che ha creato grossi problemi di traffico. Cortina non ne trae beneficio. Non è vantaggioso per i negozi e gli alberghi. Il nostro scopo è che la gente in vacanza sia serena, invece è nervosa, cattiva. Anche gli operatori si innervosiscono...”.
La stazione delle autocorriere è uno dei punti nevralgici di Cortina. Arrivano e partono mezzi Dolomitibus per Calalzo e Belluno. ATVO sostiene Dolomitibus con più corse settimanali, che diventano quotidiane nei periodi di massimo turismo, per le coincidenze Eurostar della stazione ferroviaria di Venezia-Mestre in arrivo e partenza Roma e Milano. ATVO, ancora, effettua la linea Padova-Aeroporto Marco Polo-Cortina nei fine settimana e quotidianamente in alta stagione. Settimanalmente, da Milano, Autostradale è la società responsabile dei collegamenti con Cortina. Di fronte alla pensilina della stazione, dove si svolgono tutti questi viavai, c’è l’Ufficio Skipass.
ESPERIENZE DI TRAFFICO
Le nostre escursioni d’inchiesta, a gennaio 2004, hanno puntato su Cortina in quattro momenti: sabato 3, sabato 10, mercoledì 14 e venerdì 16. Nelle prime due giornate abbiamo sperimentato il trasporto pubblico, nelle ultime abbiamo utilizzato l’auto. Il punto di partenza è la stazione ferroviaria di Sedico-Bribano. Sabato 3, partendo alle 8.54 siamo a Belluno alle 9.06; a Ponte Nelle Alpi dobbiamo cambiare treno, il che fa perdere un po’ di tempo, ma si resta poi gratificati da una strada ferrata che corre, dopo Longarone, tra la neve e un paesaggio splendido sul Piave fin oltre la stazione di Perarolo. Il viaggio, spesso in galleria la più lunga delle quali è la Monte Zucco di 2.139 metri, si conclude a Calalzo alle 10.30. I passeggeri Trenitalia, numerosi, trovano le coincidenze Dolomitibus per Cortina, Auronzo, Comelico. Il nostro pullman per Cortina si riempie e, da lì a poco più di un’ora, dovremmo giungere a destinazione. 
Ma il 3 gennaio cade ancora nel periodo di caos automobilistico. Code si trovano all’incrocio di Tai. Al rallentatore passiamo per Valle, Venas per trovarci ancora in coda a San Vito. E per continuarla all’ingresso di Cortina. L’unica cosa che scorre è il tempo. Dovremmo essere a Cortina alle 11.40. Scendiamo dal mezzo Dolomitibus alle 12.45. L’autista si è bruciato la pausa e, ascoltandolo durante il viaggio, abbiamo appreso l’inquietante carico della sua giornata di lavoro: prima corsa del mattino alle 6 e 25, ultima alle 20 e 40; significano otto ore e mezzo di guida per un totale di quattordici e mezzo di impegno. Per il ritorno, vista la lezione dell’andata, optiamo sulla partenza Dolomitibus delle 15.05 il che consente una permanenza a Cortina di due ore. Da Calalzo il treno per Belluno-Feltre-Padova parte alle 16.19. Ma il pullman arriva in ritardo e lo perdiamo, dovendo attendere così quello delle 17.17. Abbiamo impiegato dieci ore della nostra giornata per restare a Cortina due ore. Consolazione: in auto sarebbe stato peggio perché alle code si sarebbe aggiunta la ricerca del parcheggio.
Siamo a sabato 10 gennaio. Stessi orari dei mezzi pubblici, per una nostra scelta di confronto, e nessun intoppo; a Cortina riusciamo a starci un’ora in più. Torniamo a casa con un’ora di anticipo rispetto al 3 gennaio.
Il giorno prima , venerdì 9, è stato quello della barzelletta alla stazione di Calalzo con il treno che ha preso il via da solo in direzione Longarone e fermatosi, sempre da solo, nella salita di Castellavazzo. I macchinisti, lasciata la motrice senza freni, erano al bar per l'aperitivo. Cattiva pubblicità per Trenitalia e immeritata per il treno che resta, nei percorsi medi e lunghi, il mezzo più veloce, tranquillo e sicuro. Peccato, si pensa, che da Calalzo non ci sia il prolungamento sino a Cortina-Dobbiaco, utile per congiungerci all’Austria, da una parte, e al Brennero dall’altra.
Le prove in auto, il 14 e il 16 gennaio, non hanno rappresentato problemi visto che il traffico non c’era più. Nei confronti con il trasporto pubblico i tempi di percorrenza sono inferiori, di circa mezz’ora, pur essendoci a Cortina la questione del parcheggio. Il viaggio di andata del 16 l’abbiamo affrontato di notte, poco prima della partenza dei camion, tra le 3.00 e le 4.30. In Cadore abbiamo incrociato un’auto a Valle, una a San Vito e, a Cortina, un taxi. I parcheggi erano vuoti.
CORTINA CHE INFORMA
La curiosità che vogliamo risolvere rivolgendoci allo sportello dell’Ufficio Turistico provinciale, nel centro di Cortina di fianco alla chiesa settecentesca dedicata a San Filippo e San Giacomo, è cosa chiede maggiormente il turista. L’operatrice, gentile, ci accontenta elencandoci cinque punti:
1 – disponibilità stanze in albergo;
2 – orari degli autobus;
3 – bollettini e condizioni meteorologiche;
4 – manifestazioni culturali, folcloristiche, spettacoli;
5 – condizioni delle piste da sci.
Risolta la curiosità comprendiamo che il turista è già, in gran parte, informato perché oggi ci si può affidare ai siti internet. Come si arriva a Cortina (auto e mezzi pubblici). Mappa della città con parcheggi e servizi, mappa del territorio, impianti sportivi e sciistici, elenco hotel ed esercizi commerciali, ristoranti, bar. Riferimenti pubblici e associativi. Calendario delle manifestazioni, cenni storici, natura, località varie, Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo. Con le web cam possiamo osservare, in tempo reale oppure ogni ora, cosa succede in Corso Italia, sulle piste, nella conca ampezzana e sulle vette. Insomma, il servizio informativo immediato e principale passa attraverso internet. Con il motore di ricerca Virgilio, sulla voce comune+cortina abbiamo registrato 19.928 risultati in siti. Informazioni ufficiali si trovano in www.cortina.dolomiti.org, www.cortinanet.it, www.cortina.dolomiti.com.
Se dal mondo, standosene a casa, si può sapere di tutto su Cortina giunti in città l’informazione prosegue. Radio Cortina e TeleCortina. Periodici vari e, nei momenti di maggior afflusso, un foglio quotidiano “Il notiziario di Cortina” diffuso gratuitamente. Società con sede a Milano producono riviste patinate, anche queste in distribuzione gratuita presso edicole, negozi, bar, ristoranti ed alberghi. Tre titoli: “Cara Cortina”, “Arte a Cortina” e “Cortina Magazine”.

sabato 23 ottobre 2010

ARCHIVIO 22 - E COME FINESTRA IL CIELO (VAL DI ZOLDO)


2003 - SI DICE "VAL DI ZOLDO"...
Al bivio di Longarone i cartelli stradali indicano Val Zoldana. Ma, da Federica, nell’Ufficio Turistico dell’Amministrazione provinciale all’ingresso di Forno di Zoldo, rischiamo di sentircene dire qualcuna quando balbettiamo: “ Val Zoldana o Val di Zoldo, come si dice?”. “Val di Zoldo”, suona decisa Federica, “si dice V-a-l di Z-o-l-d-o”. Consegna pubblicazioni e materiali a disposizione e informa che gli impianti aprono ufficialmente da sabato 29 novembre fino a Pasqua, 18 aprile 2004. Diciassette alberghi e trecento appartamenti si riempiono soprattutto da Natale a febbraio, mese considerato di alta stagione e sfruttato per le settimane bianche. Da lì sappiamo che in estate c’è un declino, con una concentrazione di presenze ad agosto. Mentre alcuni mezzi stanno ancora spalando neve, attraversiamo il centro di Forno per dirigerci nella parte alta della valle. La nostra breve inchiesta comincia domenica 2 novembre e prosegue giovedì 13 e sabato 15. In questi giorni incontriamo gente che lavora o si riposa, che prepara l’inverno. In questi giorni, ancora una volta, incontriamo montagne tra le più belle del mondo.

Foto: panorama all'ingresso di Forno di Zoldo; sopra: frazione di Mareson.

E COME FINESTRA IL CIELO

Ad ottobre neve, pioggia e vento. Domenica due novembre torna un sole chiaro, bello, autunnale. Quello che illumina è un grande quadro. Zoldo vi appare in una miriade di colori, con il giallo dei larici steso sulle pendici delle montagne, a far chiazze e punti, il marrone, il verde degli abeti. La neve è un manto che anticipa e rende più sicura la stagione di chi lavora con il turismo. Il campanile di San Floriano saluta, per primo, il visitatore. Il Pelmo è una gran guardia, testimone della valle, e ci si gira attorno, da Zoppè di Cadore a Zoldo Alto a Passo Staulanza. Vista dal Monte Rite, la valle, Forno di Zoldo e il resto degli abitati, è limitata, chiusa tra le altezze del Civetta, della Moiazza, delle Cime di San Sebastiano, del Pelmo. Ci si arriva, da Longarone, tra le gole scavate dal torrente Maè. Si può uscirne per Passo Duran, verso Agordo, e Passo Staulanza, verso Selva di Cadore, Colle Santa Lucia, Livinallongo. Il cielo, tra queste mura che son grandi montagne oltre i tremila, fa da finestra. Se ne sono andati in tanti, guardandolo, pensando a cosa ci poteva essere al di là di quell’unica apertura, a come poteva essere il mondo. E tornano, gelatai in Germania, tra ottobre-novembre per ripartire a febbraio-marzo.

Foto: Monte Pelmo da Passo Staulanza.

L’AUTUNNO DEL RITORNO

Dalle miniere che estraevano il ferro, nel medioevo, e dai forni fusori che danno il nome a località della valle, da Forno a Fusine, siamo arrivati al gelato. Ed è un secolo. Novembre è il mese in cui molti gelatai, imprenditori rientrati ad ottobre dalla loro attività in Germania, si concedono un periodo di vacanza moderna negli angoli esotici del pianeta. Così racconta, nel bar pizzeria “Camino Nero” di Forno, Luigi De Fanti, da 42 anni a Büsum, sopra Amburgo, a 60 chilometri dal confine con la Danimarca. 
Foto: sopra e sotto, centro di Forno di Zoldo.
Ma in tanti, come lui, una volta tornati a casa ci restano per tutti i tre-quattro mesi, riconoscibili nelle vetture con targa tedesca. Per questo i commercianti di Dozza, che si unisce in un grande agglomerato con le frazioni di Pieve, dove c’è la storica chiesa di San Floriano, Campo, Casal, Bragarezza, si sono presentati con volantini e manifesti pubblicizzando i loro negozi. Loris Campo Bagatin, del Market A&O, dice che “aumenta un po’ il lavoro a novembre per prolungarsi fino a gennaio-febbraio; che salvano sono gli arrivi di chi lavora in Germania perché c’è una perdita a favore della grande distribuzione; la stagione estiva, inoltre, più limitata, si concentra su agosto”. E Dario Cascella, della Macelleria di Dozza, conferma che “c’è un po’ la tendenza verso i centri commerciali”; così si sono messi assieme con quel volantino dal quale risultano, con sorpresa degli stessi abitanti, undici esercizi concentrati nella sola Dozza. Il che è segno importante di vitalità. Qui siamo nella parte bassa della valle, sull’unica strada che porta a Zoppè di Cadore. Per il resto dell’anno sono gli anziani o i figli più giovani di chi è in Germania a popolare le frazioni. Nella parte alta, degli impianti turistici invernali e degli alberghi, le opportunità sono diverse.

TURISMO, L’ATTUALITÀ DI ZOLDO

Da Forno di Zoldo si sale, toccando Dont, attraverso la quale ci si può dirigere a Passo Duran, e si prosegue per Zoldo Alto. Fusine, sede municipale, ha concluso i restauri della chiesa di San Nicolò; il notiziario parrocchiale, diretto da don Franco Decima, informa sui lavori, sui contributi necessari per realizzarli, su alcuni sviluppi non previsti e sulla conclusione per cui “Chi entra in questi giorni nella chiesa di Fusine, si trova davanti ad uno spettacolo del tutto nuovo…”. 
Oltre Fusine, da Pianaz e Mareson, fino a Pecol e Palafavera, è visibile l’attualità di Zoldo, il turismo. Alberghi, appartamenti, negozi specializzati, bar e ristoranti. Il 13 e il 15 novembre siamo già in clima d’attesa per l’apertura degli impianti di risalita. Potrebbe accadere tra una settimana, comunque il 29 novembre. Uno scambio di battute con l’autista Dolomitibus, fermo a Pecol con il mezzo vuoto, lo conferma: “tra una settimana il pullman sarà pieno…”. Il Bar Sport di Donato Bernart è aperto, e frequentato, tutto l’anno; di fianco c’è Coldai, enoteca ristorante; di fronte il Market, giornalaio e altri negozi. Donato Bernart è qui dal ’90 e la pausa annuale la può prendere dopo Pasqua; lo ascoltiamo: “A parte quest’estate, per il bel tempo, è vero che c’è un calo nella stagione estiva. Questo viene in parte compensato con la stagione più lunga in inverno. Ci vorrebbero più posti, come sta facendo l’Hotel Cristelin, a Mareson, che sta raddoppiando. Con i comuni, in linea di massima non ci sono problemi, ora c’è anche lo sfalcio dei prati con l’intervento della Comunità Montana”. 
Foto: Pieve di Zoldo.
Nei fine settimana, nell’Ufficio Turistico Provinciale di Zoldo Alto, a Mareson, arriva gente a chiedere informazioni. Tania Ernesti, allo sportello, ha il suo da fare, tra depliant e materiali di alberghi, campeggi, appartamenti e ristoranti. I campeggi, non sempre così presenti in altre zone, sono importanti punti di accoglienza invernali ed estivi; troviamo Le Bocole, prima di entrare a Forno di Zoldo; a Pralongo, sopra Forno, c’è Al Pez; Pecol propone il Civetta, a qualche decina di metri dalle piste da sci; sopra tutti, in un vasto parco, c’è il Palafavera, sempre davanti agli impianti di risalita e alle piste.

Foto: centro di Mareson e scorcio da Pianaz.

PROMOZIONE E ACCOGLIENZA

Il sole ravviva la natura, la montagna e le piste da sci. Dalla strada di Passo Staulanza, affacciati su Zoldo, le strisce innevate risaltano come specchi. Impianti e piste fanno parte del comprensorio Ski Civetta collegato a Dolomiti Superski. Civetta e Marmolada, quindi, con Zoldo, Alleghe, Falcade, Arabba, Rocca Pietore. “Emozioni giorno e notte… Nella natura delle Dolomiti” sono solo due delle sintesi proposte da Dolomiti Stars che si occupa della promozione complessiva dei cinque Consorzi bellunesi. L’informazione, a parte negli Uffici Turistici dell’Amministrazione provinciale, passa per internet; ed il cd realizzato comunica non solo gli sport invernali ma le attività estive, arte e natura, artigianato, musei e luoghi della Grande Guerra.

Per il Consorzio di Promozione Turistica Valzoldana incontriamo il presidente, Gianni Bonettin, nel suo Hotel Al Sole, a Pianaz. Il gruppo principale, di operatori che formano il consorzio, è di Zoldo Alto; ci sono imprenditori veneti, come lui di Padova, e altri di Vicenza, Treviso. Bonettin, forte di un’esperienza di 18 anni nella catena Hilton in Europa, indica nella carenza di strutture alberghiere il primo problema. Mentre il Cristelin sta lavorando, unico caso, al raddoppio della capacità ricettiva, Villa Monego e Hotel Corinna, per diversi motivi, sono chiusi. Settecento posti letto negli alberghi sono pochi. 

Foto: Palafavera:
Ottime e nuove possibilità si hanno con i programmi riservati ai bambini; c’è una Baby Card con agevolazioni e regali e, ogni giorno, attività varie con gelato sulle piste, teatro, passeggiata ecologica, gara finale con premiazioni. I bambini sono il futuro, in tutti i sensi e anche in quello turistico. Che potrebbe portare più presenze in estate. Detto questo, Bonettin afferma, in tre punti, che sul turismo “non siamo preparati in generale e, ad esempio, c’è anche un’apertura tardiva e ridotta dei rifugi; ci sono poche strutture, ad esempio mancano alberghi con Centro benessere; e l’altitudine di Zoldo, tutta superiore ai mille metri, limita la presenza degli anziani, per problemi di salute. Lo sforzo promozionale, infine, non ha confronto con quello garantito agli operatori dalle province autonome di Trento e Bolzano”.


Foto: pista da Pecol.

giovedì 21 ottobre 2010

ARCHIVIO 21 - FELTRE E PRODOTTI LOCALI: L'ANTICA FIERA DI SAN MATTEO.

2003 - Feltre – ripristinata con l’offerta di prodotti locali

L’ANTICA FIERA 

DI SAN MATTEO


Domenica 9 novembre, per Feltre, è stata la giornata dell’Antica Fiera di San Matteo. La proposta dell’amministrazione comunale ha trovato ampi consensi nella partecipazione del pubblico, presente sotto le mura di Campogiorgio dalle prime ore del mattino. Produttori locali, del feltrino e della provincia si sono ritrovati insieme alla Confraternita Enogastronomica La Caminaza e al Consorzio Tutela Morone e Castagno del Feltrino. Cavalli e calessi hanno infine incuriosito e animato le strade del centro. Nel pomeriggio, musica popolare e liscio per tutti.
È stata così data continuità ad una iniziativa, come questa coinvolgente i commercianti con l’apertura dei negozi, che fino all’anno scorso si chiamava I Giorni del Vino e dei Prodotti Locali. Pur non prevedendo un circuito di degustazioni enogastronomiche nei locali cittadini, L’Antica Fiera di San Matteo contiene, da questa prima edizione, tutti gli elementi per una grande festa autunnale, d’incontro tra cultura agricola, del mondo contadino, e moderno desiderio di intrattenimento. Una mostra sul castagno, in centro storico, avvalorava la manifestazione presentata dalle autorità locali, sabato 8, in Sala degli Stemmi.
Foto L.T.: momenti dell’Antica Fiera di San Matteo nella mattinata d’apertura di domenica 9 novembre 2003.

ARCHIVIO 20 - LAMON E IL FAGIOLO: È SEMPRE UNA GRAN FESTA

Appuntamento annuale - settembre 2003
LAMON - A TAVOLA NEL FELTRINO: IL FAGIOLO
È SEMPRE UNA GRAN FESTA

Mancava il prodotto, quest’anno, per la siccità estiva. Ma la festa di Lamon, anche con pochi fagioli, ha avuto successo. Il 20 settembre, sabato mattina in piazza a Lamon, Giulio Tollardo, che si dichiara uno dei principali produttori, ha visto sparire tra le 10 e le 11 un quintale e mezzo dei suoi fagioli, cresciuti ai Bellotti, in una zona risparmiata dall’assenza d’acqua. Giuliano Pesce, arrivato a dar man forte allo stand di Giulio Tollardo e Leonardo Valente con qualche sacchetto di fagioli secchi, ha osservato, quasi incredulo, i tre minuti della loro durata. Mostre, esibizioni folcloristiche e tanti luoghi dove pranzare e cenare hanno riempito di vita Lamon, centro del fagiolo. Che propone, nei tanti spazi allestiti, una miriade di iniziative e banchi dove trovi un po’ di tutto. Lasciamo ad alcune immagini la descrizione della piazza lamonese 2003. (L.T.)

Foto archivio L.T.: varie da Lamon, sabato 20 e domenica 21 settembre 2003.

mercoledì 20 ottobre 2010

ARCHIVIO 19/2003 - SPECIALE CANSIGLIO - 3 - RESISTENZA E CANSIGLIO


RESISTENZA E CANSIGLIO
Abbiamo visto altopiano e foresta del Cansiglio il 5, il 7 e l’11 settembre. Poteva bastare, per suggerire spunti al nostro breve viaggio informativo. Ma domenica 14 dovevamo tornare. Perché una pagina di storia contemporanea, tragica e orgogliosa allo stesso tempo, è stata scritta in questi luoghi. Centinaia di persone hanno preso parte alla cerimonia del 59° Anniversario del Rastrellamento Nazi-Fascista che ha causato 490 caduti nella Divisione partigiana “Nino Nannetti”. Aprivano il corteo i Gonfaloni decorati con medaglia d’oro della Provincia di Pordenone, delle città di Belluno, Treviso, Vittorio Veneto. Seguivano le delegazioni di numerosi Comuni delle tre province del Cansiglio, Belluno, Treviso, Pordenone. Al centro dell’attenzione le delegazioni di Associazioni partigiane pluridecorate al valor militare. 
Un picchetto armato ha reso gli onori mentre si deponeva una corona ai piedi del monumento, eretto a ricordo della resistenza, opera di Augusto Murer. Al messaggio di saluto del sindaco di Vittorio Veneto, Giancarlo Scottà, si sono succeduti altri interventi. Uno dell’ex sindaco di Tambre, Marco Bortoluzzi, presidente della commissione incaricata di ampliare il monumento secondo l’importanza degli eventi. Superate alcune difficoltà, legate al Piano Ambientale, Bortoluzzi ha confermato il via libera ai lavori. Lorenzo Capovilla, dell’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea della Marca Trevigiana, ha infine ricordato i fatti del ’44. Seicentomila soldati italiani deportati in Germania, e una resistenza ai nazifascisti opera, nelle nostre vallate e nei nostri monti, di giovani ufficiali al comando di formazioni partigiane. Come la divisione “Nannetti”, in fase di sganciamento dalla morsa tedesca il 9 settembre del ’44, che riuscì pur con le perdite citate, a portare in salvo quasi tutte le unità, consistenti in migliaia di combattenti per la libertà.
Foto: momenti del corteo e della cerimonia ANPI – AVL “Incontro in Cansiglio”, domenica 14 settembre 2003, con Monumento di Augusto Murer.


Cansiglio
Dal versante bellunese si arriva in Cansiglio in prossimità del lago di S. Croce dal Bivio La Secca (Ponte Nelle Alpi) con direzione Puos d’Alpago e Tambre; oppure da Farra D’Alpago per Valdenogher e Spert.
Appartenente alle Prealpi Carniche, l’altopiano è delimitato dalla Conca dell’Alpago, dal gruppo montuoso del Cavallo e dalla Val Lapisina.
La natura carsica del territorio rende inesistenti corsi d’acqua permanenti, nonostante le precipitazioni siano abbondanti. L’estate 2003 le ha viste diminuire, come in altre zone, con ripresa dalla seconda metà di agosto. I temporali di settembre hanno riportato alla normalità il clima del Cansiglio, noto per i valori elevati dell’umidità atmosferica e le caratteristiche nebbie.
Foto: Prodotti del Cansiglio, Farra d'Alpago, Lago si Santa Croce.