lunedì 1 novembre 2010

ARCHIVIO 25 - IL TURISMO VISTO DA SAPPADA PLODN

2003
IL TURISMO VISTO DA SAPPADA
A Tai di Cadore o si va da una parte, verso Cortina, o si va dall’altra, verso Calalzo, Auronzo e il Comelico. Un piccolo test, di sabato tra le 8,15 e le 8,30, conta 225 veicoli in transito. 140 vanno verso Cortina, 85 verso Calalzo. Quasi tutte le auto con sci puntano su Cortina e non dall’altra parte. Per andare in Comelico, prima di Auronzo c’è la galleria. Quattro chilometri tra le viscere della montagna, qualcun altro lungo il Piave e ti saluta Santo Stefano di Cadore. L’Ufficio Turistico, dov’è il municipio, dà informazioni, carte, programmi e dice che, a Santo Stefano, la stagione giusta è quella estiva. Siamo nella prima decade di marzo, ultimi giorni buoni per vacanze di qualche sapore invernale. Lo spettacolo è piacevole e stupendo, ovunque. Il centro di comuni e frazioni è posto spesso su alti pendii e cucuzzoli, sopra i 1.200 e i 1.300 metri. Come Danta di Cadore, S. Nicolò Comelico, S.Pietro di Cadore, Casamazzagno di Comelico Superiore.
Sappada è il principale centro alberghiero, dove nasce il Piave (Monte Peralba) e al confine con il Friuli. In un normale giovedì la pista di Monte Siera è affollata, nel parcheggio le provenienze turistiche e sportive indicano Trieste, Roma e, soprattutto, l’Ungheria. Dolomitibus, versione skibus, fa la spola tra il centro abitato e le piste, portando avanti e indietro sciatori. Anche di sabato, siamo all’8 marzo, i turisti affollano le piste aperte: Monte Siera, Pista Nera, Campo scuola.
A Monte Siera un pullman polacco scarica i suoi passeggeri che si dirigono all’impianto di risalita. Nella postazione skipass tra Campo scuola e Pista Nera la signorina in servizio dice che va bene; altrettanto fa l'indaffarato assistente della sciovia Campo scuola. Un buon quadro, insomma, nonostante la stagione sia al termine. Nell’Ufficio Skipass, al centro di Sappada, non forniscono dati complessivi sulla fruizione degli impianti. Alberto Graz, amministratore delegato di New Program, società che gestisce i tre impianti di risalita di Sappada, si limita a dire che stanno lavorando e, in futuro, si vedranno i risultati. 
Salutando Graz incrociamo, in completa tenuta da sci, l’ex assessore provinciale alla cultura Nicoletta Comar con la figlia, soldi in mano per l’acquisto skipass; la sua origine triestina ricorda il bacino storico di Sappada, consistente nel Friuli-Venezia Giulia. Lo ribadisce anche Manfredi Kratter. dell’Agenzia Immobiliare, poco più in là dell’Ufficio Skipass. E aggiunge che “c’è un trend negativo, in generale, nel settore ricettività”. Ad esempio, le vendite reggono, ma gli affitti di appartamenti vanno giù. “C’è meno gente, e quella che c’è spende meno”. Chi va bene, e fila via liscio, è il figlio, Giacomo Kratter, che a Salt Lake è arrivato 4° nello snow board. Per il resto, Manfredi dice qualcosa che qua tutti sanno: “non è possibile la concorrenza con la Regione Autonoma del Friuli e la Val Pusteria di Bolzano; se ci si dovesse mettere insieme, in Comelico o da altre parti, sarebbe un’alleanza tra poveri”.
A qualche metro di distanza, dove parte l’impianto per il Monte Ferro, c’è Danilo Quinz, responsabile della Scuola Sci Sappada. Come maestro di sci, sono 35 quelli della Scuola, dichiara di essere poco contento; probabilmente, a suo parere, c’è stato un calo di presenze del 20%.
I maestri sono stati impegnati meno dell’anno scorso.

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