martedì 26 gennaio 2010

ARCHIVIO 5 - IL CADORE HA UN GRANDE CENTRO


Foto: sinistra, panorama con Lago Centro Cadore; destra, panorama di Pieve di Cadore.




IL CADORE HA UN GRANDE CENTRO
di Lele Taborgna


Un grande centro, un agglomerato urbano vasto che considera diversi comuni. Il Cadore, visto da Pieve, presenta bellezze dolomitiche e storiche con possibilità e aperture per l’economia turistica. Negli ultimi decenni l’attenzione si è rivolta, in modo esclusivo, sulla produzione di occhiali. Ora che il settore presenta elementi certi di crisi, si tracciano nuove strade che si chiamano turismo.


Angolo rinascimentale a Pieve con Casa del Tiziano.

Pieve, la dominante, è annunciata dal cartello di confine geografico comunale fin sui 535 metri del Ponte Cadore, l’imponente viadotto “Col di Caralte”. Piegando per Cortina ed entrando nell’abitato dall’incrocio di Tai, edifici residenziali di prestigio ne indicano il ruolo turistico assunto circa un secolo fa. C’era una volta, quando si parla di Pieve di Cadore, vuol dire Paleoveneti e Romani, Magnifica Comunità e il grande Tiziano Vecellio. C’era una volta, in termini di storia, vuol dire l’ultimazione della ferrovia con il tratto da Perarolo a Calalzo, concluso nel 1914, e il trenino delle Dolomiti che da Calalzo portava fino a Cortina e Dobbiaco. C’era una volta, ed è cultura produttiva, significa più di un secolo di occhialeria ed occhiali.
Il Cadore, il centro del Cadore, è qui. Da Tai, quasi un unico insediamento abitativo arriva a Lozzo. Tra un edificio e l’altro, lungo la strada che porta a Lorenzago, Passo Mauria, Auronzo, i cartelli con il nome del comune informano di trovarsi a Pieve, a Calalzo, a Domegge. Grandi monti, come Antelao e Marmarole proteggono paesi e frazioni. Sull’altro lato, il Lago di Pieve, bacino artificiale ancora ghiacciato a febbraio e con il perenne problema del livello dell’acqua, diventa in estate attrazione e possibilità per passeggiate, svago, riposo.


Statua del Tiziano sulla piazza di Pieve di Cadore

Il Museo Casa del Tiziano, in Via Arsenale a Pieve di Cadore, contiene suppellettili del ‘600, un Cristo del ‘500, lettere autografe di Tiziano Vecellio, la Bolla con la quale Carlo V nomina Tiziano “Conte Palatino” e una serie di incisioni su tavola, con disegni originali del maestro (1490 -1576).
Da un documento del 1557, compravendita redatta da un notaio di Pieve, risulta che la casa fosse l’unica posseduta da Tiziano in Cadore.


Casa del Tiziano, esterno e interno, e Museo dell'Occhiale a Pieve di Cadore




Il Museo dell’Occhiale si incontra prima di entrare nel centro storico di Pieve, a poca distanza dall’incrocio di Tai. Un museo importante e dovuto visto che la valle dell’occhiale, conosciuta nel mondo, ha mosso qui con Frescura, Lozza e Safilo, i suoi primi passi nel 1878. L’affabilità del responsabile del museo, il “maestro”, apre le porte della grande sala per la visita ai pezzi storici, catalogati in sezioni ed esposti in vetrine allineate. Una nuova sede, ancora più adeguata e tra non molto, ospiterà nel centro di Pieve le collezioni frequentate da un pubblico numeroso, in questo periodo formato dai turisti delle settimane bianche e dalle scolaresche.



Il sistema viario della statale Alemagna, aggiornato con gallerie e percorsi diretti extraurbani, avvicina il Cadore a Belluno e alla pianura. Tra Pieve e Ponte nelle Alpi i tempi di percorrenza sono di circa 30 minuti; 28 per il casello autostradale di Pian di Vedoia; 20 tra Longarone e il capoluogo cadorino. Le due nuove gallerie, “Ospitale” di 1.400 metri e “Termine” di 2.250, consentono sicurezza anche con neve e maltempo, come verificato nelle ultime tre giornate citate. Strozzature resistono a Castellavazzo e Macchietto, vicino Perarolo.


Ponte Cadore

La miglior raggiungibilità su strada si aggiunge alla comodità della ferrovia con capolinea a Calalzo; dal piazzale della stazione, dove poco più di trent’anni fa si prendeva il Treno delle Dolomiti del quale si auspica il ripristino, partono autobus per Ampezzo, Cadore, Comelico.


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