mercoledì 20 ottobre 2010

ARCHIVIO 16 - MUSEO NELLE NUVOLE - IL MONTE RITE DI REINHOLD MESSNER

2003
Monte Rite - Il Museo nelle Nuvole
UN’IDEA CHE FA IL PIENO
Ventimila visitatori dal primo giugno. Le strutture del Messner Mountain Museum, a poco più di un anno dall’inaugurazione, presentano fatti e risultati.

Mio nonno Franz Troi lasciò il suo paese nativo di Colle Santa Lucia da bambino, scalzo, per trovare lavoro. Finalmente arrivò a New York e divenne un conciatore di successo. Tornato in Europa fondò una famiglia a Funes, in Alto Adige”. Reinhold Messner.
Queste righe, poste all’inizio dell’itinerario museale di Forte Rite, spiegano. Tante cose, e che le strutture realizzate sul monte, a 2181 metri di altezza, hanno a che fare con il ricordo e la memoria personale del grande alpinista. L’attenzione alle Dolomiti e alla realtà locale è radicata nell’anima. Così si presentano le fotografie della vita contadina in montagna, raccolte da Liviana Bianchi, maestra di Cibiana; i modelli delle case dolomitiche, realizzati dall’architetto Giuseppe Toscani di Venas di Cadore; alcune immagini di Arnaldo Marchetti, su lastre di vetro ritoccate a mano, fornite dalla Magnifica Comunità di Cadore.
Il tutto, nell’ala espositiva recuperata nel Forte, insieme agli acquerelli dell’arciduca Raniero d’Austria (1827-1930), a reperti, oggetti e diari dei più importanti scalatori ed alpinisti.


È un normale venerdì, il 12 settembre, quando andiamo sul Rite. Da Forcella Cibiana una jeep “navetta”, condotta da Bruno Dandrea di Cortina, percorre i sette chilometri che portano in vetta. Incrociamo, nel sentiero, una trentina di escursionisti e Bruno chiarisce che si tratta di una comitiva di francesi. Di visitatori ce ne sono tanti, aggiunge, soprattutto nei fine settimana, sabato e domenica. Giunti alla meta, il primo e lungo soffermarsi è sullo spettacolo delle montagne. Da quelle sopra Cibiana, Sas de Mezdi e Sassolungo di Cibiana, alla Moiazza e Cime di San Sebastiano di Passo Duran, sopra Forno di Zoldo. A nord, con panorama sulla Val Boite, i riferimenti sono Antelao e Pelmo; dietro quest’ultimo, il Civetta.
La prima accoglienza è del Rifugio Dolomites con bar, ristorante e camere con 33 posti letto. All’esterno, tavoli e spazi anche al coperto, per almeno duecento posti, attestano la misura della frequentazione. Dalla costruzione del Rifugio, ex caserma, ci si dirige verso la vetta, incontrando uno spazio utilizzato come Shop e, più oltre, la “batteria”, sistema in cemento armato con le postazioni dei cannoni orientati sulla Val Boite, Borca, San Vito e Cortina. Il Museo Dolomites ha sede qui, curato nei progetti da Ursula Demeter e diretto da Elettra Monico.




Elettra, di Tai di Cadore, ribadisce quello che abbiamo già sentito da chi lavora al bar e nel ristorante, da chi guida le navette: “siamo molto contenti”. E prosegue: “Dall’apertura del primo giugno siamo sui ventimila visitatori ed escursionisti, come presenze generali sul Rite. Ora attendiamo visite importanti, il 6 ottobre quella del presidente Club Alpino degli Stati Uniti, Charly Shimansky; e quella di Ray Rodney della rivista Wilderness Travel. Rispetto all’anno scorso oggi c’è più comunicazione col pubblico, più materiali informativi che dicono che il museo non è didattico ma libero”. Parliamo con Elettra nello spazio Shop e, pur escludendo esposizioni tipo museo della guerra, indica alcuni allestimenti con materiali 1915-18 forniti da Alessandro Dal Chiele, di San Donà di Piave, che per due anni è stato nel forte, sergente maggiore, furiere e per un certo tempo si è trovato anche a doverlo comandare. I bagni, lì di fianco, e l’ascensore sono importanti per i disabili, conclude.
Mentre attendiamo la navetta per il ritorno, davanti al Rifugio, una delle responsabili ci chiama per mostrarci le camere, al primo piano. Costano da 30 a 40 euro a persona, con prima colazione.
Hanno appena cominciato, da un anno e tre mesi. Ed è tutto ben organizzato, funzionale. L’imprenditorialità non è solo un’immagine. Il recupero di Forte Rite è operazione ammirevole, che funziona perché progettata a dovere, promossa in Europa e nel mondo.


Foto Lele Taborgna dal Monte Rite (2003): bar, ristorante e tavoli all’aperto nel Rifugio Dolomites; immagini del Museo; panorami dalla sommità del forte, con strutture di cristallo nel luogo delle batterie di cannoni.
Dalla terrazza di Monte Rite, a sud: Monte Sassolungo, m 2413

1 commento:

  1. ma lo sapete che elettra monico è molto lunatica? chi lascerebbe lei alla guida di un museo???

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